Speciale sulla poesia giapponese. Intervista ad Andreina Pilia di Francesco Innella
Sono nata a Cagliari, il 26 novembre 1960, dove vivo con la mia famiglia . Ho sempre subito il fascino della scrittura e mi sono avvicinata negli ultimi anni alla poesia di origine giapponese, oltre che alla poesia occidentale contemporanea. Mi piace leggere e viaggiare, attività che mi rendono libera. Alcune mie poesie sono state pubblicate nell'antologia: “Archetipi poetici”, curata da Francesco Innella. Per il resto pubblico sui social network e blog.
Due novembre
poggio piano i piedi
sopra la terra
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Festa d'autunno
mi guardano allo specchio
gli occhi di nonna
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Come è nato il tuo amore per la poesia giapponese?
Mi piace la cultura giapponese e mi interessa approfondire e capire le sue forme artistiche. Lo Haïku fa parte di questi interessi e, essendo appassionata di poesia, questo particolare modo di scrivere mi ha affascinata e coinvolta fin dal mio primo incontro con esso.
Che cosa è lo haiku?
Lo haiku è una poesia breve di origine giapponese. È formata da tre strofe di 5/7/5 sillabe, da un kireji (pausa o stacco) e un kigo, o riferimento stagionale.
Che cosa è il Kireji? E il Kigo?
Il kireji è lo stacco. Raramente un haiku è privo di kireji, ma non impossibile. Il kireji è il respiro dell'haiku,la luce che lo taglia, il momento di meditazione, la pausa che unisce due immagini a volte contrapposte. Il kigo, o riferimento stagionale, è componente essenziale dello haiku, descrive il qui e ora del momento che lo ha ispirato.
La forma 5 -7-5 in che modo condiziona l’ispirazione poetica?
-la forma 5/7/5 è lo schema su cui all'inizio si è obbligati a costruire lo Haïku, si può considerare un allenamento a riconoscere e descrivere con poche parole il momento che lo ha ispirato. Quando si comincia a scrivere haiku ci si può sentire ingabbiati ma, una volta entrati nello spirito di questo componimento risulta essere molto naturale.
Esiste un parallelo tra haiku e zen? Mi riferisco al concetto di Vacuità
-L'haiku, nel processo creativo è un importante mezzo di introspezione e cammino interiore. È la forma poetica più vicina alla contemplazione. Indubbiamente lo Haïku risente dell'influenza zen, la sua brevità, il suo non descrivere, non spiegare ma suggerire, sono certamente influenzati dalla filosofia zen. E un haiku nasce dal vuoto mentale che ci fa essere il momento che viviamo, il qui e ora che ci riporta all'impermanenza di questo mondo e il vuoto, essenza della realtà.
E’ difficile scrivere un haiku?
Basho disse che "a scrivere un haiku basta un ragazzino alto quanto un germoglio di bamboo", ed è proprio questa affermazione che ci suggerisce che non sia affatto facile, perché bisogna avere la semplicità di un bimbo per poter scrivere un vero Haïku.
Che consigli daresti ad una aspirante scrittore di haiku?
Ad un aspirante scrittore di Haïku direi di leggere i grandi maestri e provare a scrivere senza però forzare la composizione.
Quali sono i maggiori maestri haiku che tu apprezzi di più?
Mi piace leggere tutti i grandi maestri, Basho, Issa, Buson, Shiki, ma quello che più tocca la mia sensibilità e un allievo di Basho, Takarai Kikaku e voglio citare qui il suo haiku che preferisco :/Che ci sia luna/sul sentiero notturno/chi porta i fior/
E per finire cosa rappresenta per te il Giappone?
Il Giappone è la terra dove vado a cercare me stessa e dove mi ritrovo, è la mia casa interiore. Mi riporta al mio modo di concepire la vita la grande spiritualità di questo paese, la bellezza della semplicità, il mettere gli altri al primo posto con quel saper leggere l'aria intorno mettendo sé stessi in un angolo di silenzio. E il silenzio come modo di essere, il rispetto per ogni essere, animato o inanimato.
Francesco Innella
Speciale sulla poesia giapponese. Intervista ad Andreina Pilia di Francesco Innella
Reviewed by Ilaria Cino
on
novembre 01, 2019
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