Scritture critiche: La poesia come arte per tutti



Salvator Dalì
Dedico questa  piccola recensione a tutti coloro che non leggono libri di poesia. Ho spesso pensato a loro quando mi reco in una libreria, li vedo avvicinarsi agli scaffali, dove ci sono  molti bei volumi di poesia e li vedo prendere i libri con aria distratta, tenerli nelle mani per pochi minuti e poi posarli e dirigersi verso altri scaffali. E mi sono chiesto come mai queste persone sono lontane dalla poesia? Forse nella generale crisi della cultura che noi oggi viviamo drammaticamente è la poesia che deve pagare il prezzo più alto? Una volta erano pochi quelli che sapevano leggere e scrivere ed i poeti gravitavano presso le corti. Oggi che viviamo nel mondo mediatico è la poesia è inserita anche presso le Università, manca la diffusione della poesia nelle masse. Perché  si parte dall’opinione che un povero contadino, o un impiegato non leggeranno mai un libro di poesia e se  lo facessero non riuscirebbero ad accedere a libri troppo rari e cari. Per non parlare, poi della tendenza di alcuni poeti di celebrare se stessi nelle loro riviste e di creare i propri cenacoli. E così tra il mondo dei lettori e quello dei poeti si crea sempre più un solco che si allarga ed il poeta è sempre più isolato, stordito, impotente e il lettore si eclissa dietro la sua impotenza.
Eppure vorrei invitare il lettore ad acquistare un libro di poesia e delineo per loro una metafora: la poesia è come un treno in corsa. Non si sa dove nasce e non si conosce la sua destinazione. Bisogna avere il coraggio di saltare sulla vettura durante il percorso del treno e così può accadere di trovarsi in una carrozza, senza riuscire a capire che cosa accade fuori dalla finestra. Ciò significa che la poesia è il tempo che fugge, la poesia è il dono dell’immediatezza. E il poeta è come  un fotografo che coglie l’attimo, a lui non sfugge  la luce del sole che brilla sulle foglie, o il passero che cinguetta sui rami. Quell’attimo, come sostiene Virginia Woolf, che non ha precedenti ed è irripetibile e non ritornerà mai più. Perché la creazione accade una volta sola, per cui ogni accadimento ed ogni coppia di occhi che la fissano sono unici, dice la scrittrice inglese. E il poeta non vive solo nella dimensione “dell’attimo”, ma come dice la Woolf, è inserito nella vita come routine. Infatti tutto quello che accade nel mondo, accade come risultato della routine, non tanto della routine in se stessa, ad esempio, il fatto di andare all’ufficio ogni mattina, ma della concezione della vita come routine. 
Tale concezione va bene oltre gli orari ferroviari e gli uffici e anzi giunge a condizionare le idee che ci formiamo della personalità e del comportamento degli altri. Vorrei dire al lettore che non deve immaginare il poeta come una persona estremamente irrazionale, perché il poeta nell’attimo della creazione vive l’irrazionale, ma subito dopo egli è estremamente razionale. Basta leggere gli appunti di un poeta che delineano il suo percorso e si troveranno molti segni, molti ripensamenti, che cosa è successo? Nel processo di composizione egli giunge a fondere l’irrazionale, con la razionalità post creativa. Ed oggi bisogna affidarsi ai poeti, perché solo la poesia preserva l’uomo dalla difficoltà. 
Tra il nichilismo e la devastazione spirituale, in cui l’uomo di oggi vive, vulnerato nella sua condizione sociale e psicologica, solo la poesia riporta l’uomo alla verità naturale, al sacro focolare del mondo dell’Essere. Perché il poeta, come sostiene Heidegger, ha conservato l’Essere nella sua cura pastorale e questa cura o ricezione, o accoglimento sacrificale non fa altro che illuminare le potenzialità dell’uomo che né le meraviglie tecnologiche, né le teorie scientifiche possono uguagliare. Per cui l’autentica poesia è la forza fondamentale dell’uomo sulla terra. E mi piace concludere con una frase di Sylvia Plath. “ Non mi turba il fatto che la poesia raggiunga poche persone. In effetti si spinge sorprendentemente lontano, in mezzo a estranei e perfino attorno al mondo. Più lontano delle parole di un maestro di scuola o delle ricette di un medico e se ha  fortuna più lontano dell’arco della vita.”

Francesco Innella

Scritture critiche: La poesia come arte per tutti Scritture critiche: La poesia come arte per tutti Reviewed by Ilaria Cino on settembre 25, 2019 Rating: 5

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