Recensione del mese: Accadimento onirico - Antonio Di Gennaro
La raccolta “Accadimento onirico” (Nulladie, 2019) di Antonio Di Gennaro fin dalle prime pagine ci dà l’idea della dimensione sacra, numinosa della poesia. Il critico russo Osip Mandelstam afferma che la poesia è un dialogo che si instaura tra il poeta e un interlocutore distante, quasi ignoto ma della cui esistenza non è possibile dubitare.
Da questa necessità di colloquio, non come fantasticheria ma come realtà evocata e fatta rivivere nascono i versi di Di Gennaro:/Eccomi come ogni sera/Signore,/stanco nella carne/e nell’anima/m’affido alla preghiera/per nutrirmi di riposo/. Tu sai dei giorni,/l’amarezza di chi erra/senza meta,/la miseria e la pena/di quel nulla/che scivola in sonno/. L’atto del poetare non coincide solo l’atto creativo con ma con l’atto creativo finalizzato alla ricerca e alla testimonianza dell’alterità:/Il sogno è il luogo/dove vorrei incontrarti,/incantevole ombra./Buio lago di bruma e/dolce attesa, m’inabisso/nel gorgo del sonno./Umbratile ombra,/la notte dischiude di stelle/l’inespresso desiderio/.
Ma come farsi testimone del senso di infinitezza se è insito nell’autore la consapevolezza dell’inadeguatezza dello strumento verbale, della frattura esistente tra vita e logos? (A chi racconteremo la nostra povertà?/In questo corpo, in questa carne/solitudine in cammino/tracceremo col silenzio le parole,/che un Dio ascolterà,/forse un Dio, Lui, il Divino o nostra idea,ci offrirà riposo/.) E’ in questo conflitto tra vita vissuta e la sua incomunicabilità che si innesta il linguaggio poetico atto a ricucire lo strappo e che nel caso di Di Gennaro si fa invocazione, preghiera, domanda, ascolto:/La fiera, braccata/nel buio, brancolava nel vuoto./Accontentati della mia voce,/bisbigliò l'Angelo/prima del volo/.
Ilaria Cino
Recensione del mese: Accadimento onirico - Antonio Di Gennaro
Reviewed by Ilaria Cino
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settembre 23, 2019
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