Recensione del mese: I misteri di Napoli - Francesco Mastriani


Il romanzo d'appendice fu  un genere di romanzo che si è diffuse nei primi decenni dell'Ottocento. È noto anche col termine francese feuilleton. Si trattava di un romanzo che usciva su un quotidiano o una rivista, a episodi di poche pagine pubblicati in genere la domenica. Il romanzo d'appendice si affermò a partire dal XIX secolo nella stampa popolare in Francia e in Inghilterra. Il suo inventore fu Louis-François Bertin, direttore del Journal des Débats. Dato che il feuilleton era rivolto ad un pubblico di massa e aveva uno scopo prevalentemente commerciale (sostenere la vendita del giornale per più settimane), i detrattori sostenevano che non  doveva essere considerato un genere letterario a sé stante, ma un sottogenere. Il napoletano Francesco Mastriani, pubblicò I  misteri di Napoli,  un romanzo  che si rifaceva sostanzialmente a Les mystères de Paris (I misteri di Parigi) di Eugène Sue. Venne pubblicato tra il 1869 e il 1870 in novantatré dispense sul quotidiano Roma. Francesco Mastriani  (Napoli 23 novembre1819 Napoli 7 gennaio 1891 ). Mostrò fin dagli esordi letterari grande attenzione nei confronti delle classi  subalterne napoletane. Benché la sua scrittura aveva un carattere pittoresco e consolatorio,diede un grande contributo alla nascita del  meridionalismo e gettò le basi per la nascita del  verismo. Nel 1837 si iscrisse alla facoltà di medicina, che avrebbe frequentato per qualche anno, interrompendo tuttavia gli studi per dedicarsi ad un'intensa collaborazione giornalistica con vari giornali, già cominciata alla fine degli anni trenta, ma destinata ad intensificarsi dopo la morte del padre. Il 30 agosto 1840 aveva conosciuto in casa la cugina e futura moglie Concetta Mastriani, con cui si sarebbe fidanzato il 4 agosto 1844 sposandola verosimilmente tra la fine del 1844 e l'inizio del 1845. Nello stesso periodo lasciò la Società Industriale Partenopea, dedicandosi esclusivamente all'insegnamento privato di lingue straniere. Come ricorda Luigi Russo (ne I narratori) la frenetica attività letteraria degli anni seguenti (il figlio e biografo Filippo Mastriani ha censito 900 titoli, di cui 107 romanzi), per cui provvedeva personalmente a procurarsi la ricca e disordinata documentazione necessaria ai suoi romanzi (in questo differenziandosi dagli omologhi scrittori "industriali" d'Oltralpe, che ricorrevano a nègres), non gli avrebbe mai consentito di affrancarsi completamente da un lavoro remunerato, innanzitutto le lezioni private, e poi un modesto impiego alla dogana. Matilde Serao, nel suo articolo commemorativo per la scomparsa del Mastriani (1891), fa compiaciuto riferimento alla sua totale indipendenza dai circoli accademici ed artistici, e all'energia con cui diede vita al proprio smisurato mondo letterario. Nelle ore libere arrotondava il magro stipendio facendo anche da guida turistica per gli stranieri di passaggio, un mezzo per perfezionare e apprendere il francese, l'inglese il tedesco e lo spagnolo. Cominciò nel 1837 a scrivere articoli di costume per "Il Sibilo", Nel 1838 stampò su quelle pagine la sua prima opera narrativa, la novella Il diavoletto. Parte della sua prima produzione giornalistica, in particolare quella relativa ai primissimi anni di collaborazione (1837-'39), sarà da lui stesso antologizzata nei due volumi di Novelle Scene Racconti (1869 -'70).. Nel 1845 si trasferì in un casinetto allo Scudillo, dove, il 27 aprile 1846 vede la luce la primogenita Sofia; qui si dedica alla stesura del primo romanzo, Sotto altro cielo (1847). Dello stesso 1847 è la pubblicazione di Lazzaro. Racconto, e l'impiego presso la direzione del quotidiano Il Tempo, come traduttore dal francese e dall'inglese. Dopo questa fase inizia a scrivere  un romanzo   a sfondo sociale. La cieca di Sorrento del 1852 Un  romanzo, in cui affiorano le  tematiche sociali, affrontate con una forte empatia per i deboli e i diseredati.  Nel (1868), scrive il suo capolavoro  I misteri di Napoli. l'opera più ambiziosa e complessa del Mastriani, oltreché una delle sue più vive. Francesco Mastriani fu il più popolare degli scrittori napoletani, Benedetto Croce ne La vita letteraria a Napoli dal 1860 al 1900, in La letteratura della nuova Italia, Bari 1915, lo definisce «letto un po' da tutti all'infuori della gente letterata». L'interesse del Mastriani, infatti, era quasi esclusivamente documentario. Jessie White Mario, nel suo Miseria in Napoli (1877) scrive: «chi vuole apprezzare i lavori del Mastriani deve prima veder Napoli, poi leggerli» I misteri di Napoli" riecheggia, nel titolo, "I misteri di Parigi" di Eugène Sue, ma è più un omaggio a una moda letteraria che il segno di una vera e propria filiazione, poiché il romanzo di Mastriani (pubblicato in novantatré dispense sul quotidiano Roma tra il 1869 e il 1870) indaga il "ventre oscuro" della città con una spietatezza, una capacità descrittiva, una verità e una consapevolezza totalmente ignote al feuilletoniste francese. Mastriani ambienta la sua intricatissima vicenda nella fase decadente della dinastia borbonica, dal 1848 all'arrivo a Napoli dei piemontesi. Lo scrittore non inventa, bensì narra descrivendo, senza tacere né edulcorare nulla: dalla malavita ai baroni, dalla nobiltà decaduta ai camorristi, tutto viene inglobato in questo grandioso, inquietante (e per certi versi ancora attualissimo) affresco dalle atmosfere corrusche in cui si muovono decine di personaggi, da Onesimo e Maria (i due eroi positivi) a una ridda di mendicanti, ladri, usurai, prostitute, assassini da far impallidire i più sinistri tipi di Victor Hugo e di Dicken di Tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento Mastriani continuò a godere di grande successo presso il pubblico popolare, tant'è vero che assume la fama di cantastorie, creatore di personaggi ideali con cui i lettori dei ceti bassi condividono la sete di giustizia e l'aspirazione al miglioramento sociale. Nel frattempo i critici tacciono, finché questo silenzio è rotto da un breve ma significativo passo scritto nel 1909 da Benedetto Croce, che per primo riconosce i meriti di Mastriani proprio all'interno del genere d'appendice e nell'ambito della cultura partenopea. Allo scritto di Croce si ispira la prima monografia su Mastriani, scritta nel 1914 da Gina Algranati, la quale tuttavia non presenta l'atteggiamento equilibrato di Croce e si lascia andare per lo più ai toni sarcastici e sprezzanti verso la qualità letteraria di Mastriani come romanziere popolare, definendo i suoi Misteri un "intruglio enorme" e i personaggi "incompleti perché unilaterali". intellettuali come Benedetto Croce, Matilde Serao, Luigi Russo, Corrado Alvaro, Domenico Rea.

Francesco Innella 

Recensione del mese: I misteri di Napoli - Francesco Mastriani Recensione del mese: I misteri di Napoli - Francesco Mastriani Reviewed by Ilaria Cino on aprile 30, 2020 Rating: 5

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