Intervista a Dario Francesco Pericolosi di Davide Morelli
Dario Francesco Pericolosi è nato a Milano nel 1958, dove vive. Ha lavorato nel settore della grafica e della comunicazione digitale. Attualmente fa il poeta blogger a tempo pieno. Scrive per il suo blog di poesia italiana “Calcio alla Poesia”, inaugurato online il 7 maggio 2011. Si definisce Autore e Editore di se stesso, e ha pubblicato in proprio Via Plinio (poesie, 1987); Parole d'Acquerello (poesie, 1999); e-iliade (poesie, 2000); Poetica-mente (poesie, 2002); Lambro (poesie, 2005); Terra forzata (poesie, 2008); Il rivenditore di stelle zuccherate (racconto versione cartacea, 2011 e versione eBook, 2014); Il Natale del Signor Bonefeste (racconto in versione eBook, 2014); Viaggio nella storia della poesia italiana (mini racconti in versione eBook, 2016).
Ha collaborato con la rivista letteraria Poesia e Conoscenza, diretta da Donatella Bisutti; il blog di cultura Odissea, diretto da Angelo Gaccione; il giornale online Il Velo di Maya, diretto da Paolo Corticelli. Partecipa agli “incontri con l'autore” del Cenacolo S. Eustorgio, diretto da Carlo Riva e fa parte del Gruppo di poesia “I Poeti dell'Ariete”. Tra i riconoscimenti più importanti, 1° Premio al Concorso “Poeti in Galleria”, Milano 2006, organizzato dalla casa editrice Albalibri; 2° Premio al Concorso Letterario “Anaïs Nin”, Città di Pioltello 1997; 3° Premio al Concorso Nazionale di Poesia, Comune di Pessano con Bornago 2005. Il suo sito: www.calcioallapoesia.it
“Amami in questa Milano”
Amami in questa Milano senza ferie
sotto un pergolato di fantasia
sopra le menti abbiamo un'arnia di sogni
sarà miele di stelle per future notti.
Stiamo tra quattro mura tinteggiate
dal nostro albume di dialoghi
soltanto l'amore distrae noi due
dal guardare le luci tuffate nel canale.
Sfiorami con il velo di vento
che vuole stemperare il tuo viso
buttami addosso questa Milano d’agosto
che non di cuore è deserta.
buttami addosso questa Milano d’agosto
che non di cuore è deserta.
Proseguiamo la passione nell’aria sudata
è rimasto della candela solo il lume del ricordo
ora beviamo l’ultimo calice di magia
prima che il buio si areni nella darsena.
è rimasto della candela solo il lume del ricordo
ora beviamo l’ultimo calice di magia
prima che il buio si areni nella darsena.
Dario Francesco Pericolosi
(Poesia premiata con il 3° Premio al Concorso Nazionale di Poesia 2005 organizzato dal Comune di Pessano con Bornago).
***
Quando è nato il tuo amore per la poesia?
Verso la fine degli anni '70, mentre studiavo al liceo artistico. Leggevo soprattutto i poeti italiani e stranieri del XIX e XX secolo. Nel 1979 ho iniziato a scrivere le prime poesie.
Potresti descrivere brevemente la tua poetica?
Con stile sottile la mia poetica esprime immagini attraverso versi calibrati, a volte lunghi, che arrivano ad assumere un tono discorsivo legato alla tradizione lombarda, con punte di realismo ed efficaci squarci lirici.
Per molti in poesia è importante soprattutto come si dice e non cosa si dice. Tu cosa ne pensi?
Da autodidatta penso che una poesia, con un po' di sperimentalismo ed elaborazione della parola e pulita da luoghi comuni e frasi fatte, deve avere sempre in corpo il lampo geniale del poeta. E' difficile ma fa la differenza agli occhi del lettore preparato.
Negli anni settanta i giovani rifiutavano la poesia e amavano la politica. Come hai vissuto quel periodo?
Ero studente in quel periodo. Per quanto mi riguarda, non mi sono mai avvicinato alla politica pur avendo delle simpatie per il Partito Radicale, anzi, proprio in quel decennio di “anni di piombo” ho scoperto l'umanità della poesia.
Quali sono i tuoi poeti preferiti? Quali sono state le tue letture formative?
Tra i miei preferiti, Vincenzo Cardarelli, Antonia Pozzi, Giuseppe Ungaretti, David Maria Turoldo e Pier Paolo Pasolini. Tra gli stranieri, T.S. Eliot e Tagore. Alcune opere di questi poeti hanno in parte contribuito alla mia formazione come uomo e poeta.
Oggi internet è una opportunità per i poeti ma si trova di tutto nel web. Che ne pensi a riguardo?
Guardando al lato positivo del web, la diffusione della poesia attraverso i blog poetici e i social ha permesso ai poeti di interfacciarsi con tutto il mondo. Perché, con o senza il web, l'uomo moderno ha sempre più bisogno di poesia.
Non credi che il gdpr del 25 maggio 2018(la più recente legge sulla privacy) farà progressivamente diminuire i blog di poesia? Non credi che in questo caso una normativa così complessa sia un attentato alla libertà di espressione?
La Privacy Policy-GDPR è penalizzante per i blog culturali senza fine di lucro che hanno nei “commenti e nei contatti con i lettori” la linfa vitale. Regolarizzando il trattamento dei dati personali, le nuove disposizioni europee tendono anche a imbrigliare quello che è lo “spirito libero e spontaneo” del web.
Che rapporto hai con gli altri poeti? Frequenti circoli letterari?
Grazie al mio blog e ai social, ho un intenso scambio di poesie e vedute sulla poesia contemporanea con poeti di ogni regione e preparazione culturale.Vado agli “incontri con l'autore” del Cenacolo S. Eustorgio di Milano e frequento il Gruppo di poesia “I Poeti dell'Ariete”.
Che ne pensi degli slam di poesia?
Robert Lowell diceva che la poesia è sempre un evento. Mi è capitato di assistere a un Poetry slam organizzato da un locale milanese. Devo dire che l'ho trovato spettacolare e la qualità dei testi poetici era in generale buona.
Che ne pensi degli instapoets?
Gli instapoets comunicano con un linguaggio semplice e diretto, scrivendo testi poetici brevi che stanno appassionando sempre più lettori sui social, anche coloro che non hanno dimestichezza con la poesia. Di recente, diversi instapoets si sono orientati a girare anche videopoesie.
Che ne pensi del rapporto tra nativi digitali e la poesia?
Il nativo digitale, rispetto all'immigrato digitale, ha un approccio naturale con le tecnologie digitali che gli permettono di assimilare e agire in tempi brevissimi. Il giovane poeta di oggi condivide la poesia attraverso i blog e i social e pubblica la propria silloge sia in versione stampata sia in digitale. Sono dell'idea che per i bambini scrivere a mano una poesia come impararla a memoria siano ancora dei sani esercizi e spero che i futuri nativi digitali non perdano del tutto questa naturale capacità.
Per alcuni i cantautori sono i nuovi poeti. Che ne pensi?
Negli anni '60-'70 si sono affermati cantautori italiani che, grazie all'originalità dei loro testi, venivano considerati “nuovi poeti” a tutti gli effetti. Tra i miei preferiti, Fabrizio De Andrè, Francesco Guccini e Bruno Lauzi. Ho trovato molto utile la proposta fatta un po' di tempo fa dal ministero dell'Istruzione di introdurre l’insegnamento dei testi dei cantautori nelle scuole.
Cosa ne pensi della poesia visiva?
La poesia visiva nasceva dalla simbiosi di arti visive e letteratura, figlia della sperimentazione verbovisualeche accomunò diversi artisti in un particolare momento socio-culturale internazionale, soprattutto gli anni Settanta. Penso che la poesia visiva abbia una sua precisa identità implementata dalle esperienze di comunicazione digitale del nuovo millennio.
A mio avviso oggi non ci sono più i canoni estetici (metrica, eufonia, armonia) e nemmeno gli ismi di un tempo. La poesia viene giudicata spesso solo in base al gusto. Di critici ce ne sono pochi e la maggioranza sono sia poeti che critici. Sei d'accordo? Che ne pensi?
In base alla mia esperienza di appassionato di poesia e poeta, trovo che la poesia in versi liberi sia più complessa rispetto a quella in “gabbia”. Più che i canoni estetici, quello che si è perso per strada è l'oralità della poesia, anche se recentemente si sta cercando di recuperare in parte il terreno perduto. Nei miei reading poetici ho notato come le liriche venivano spesso giudicate dagli ascoltatori in base ai loro gusti, ma c'erano anche quelli che facevano il commento critico incondizionato. Sono dell'opinione che il poeta non può fare il critico letterario anche se la tendenza è quella di essere poeta e critico, forse perché oggi il lavoro di critico (salvo i vip) è diventato precario come tanti altri del resto.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro dal punto di vista poetico?
Sto lavorando a una silloge di poesie in versione eBook. Sono liriche scritte sul blog Calcio alla Poesia tra il 2011 e il 2016 e che hanno ricevuto un buon numero di commenti e consensi. Penso di pubblicarla in autunno con l'ausilio di una piattaforma online di self publishing.
La poesia è sempre più marginale. I mass media non la considerano. Riuscirà a sopravvivere o è destinata a scomparire nella cosiddetta civiltà dell'immagine?
Purtroppo è così, in televisione la poesia riesce a ritagliarsi sempre meno spazio. In compenso, grazie a internet, c'è stata una notevole fioritura di siti e blog di poesia. Sono dell'opinione che fin quando vivrà l'uomo esisterà la poesia.
Il tuo blog è un osservatorio privilegiato per giudicare la poesia e i poeti. Quale è secondo te il livello degli scriventi a giudicare dai testi che ti arrivano?
Mi piace la tua definizione “osservatorio privilegiato”, ti ringrazio. Il blog Calcio alla Poesia è una vetrina dove i poeti italiani di ogni età, spessore culturale e origine geografica possono condividere le loro poesie pubblicate. I poeti ospitati sul mio sito hanno tutti alle spalle un notevole lavoro di creatività e una buona preparazione culturale di base senza essere necessariamente professionisti della poesia. Comunque, alla fine sono i commenti sui social a testimoniare quanto una poesia ha fatto “colpo” nel lettore appassionato.
Davide Morelli
Davide Morelli
Intervista a Dario Francesco Pericolosi di Davide Morelli
Reviewed by Ilaria Cino
on
luglio 05, 2019
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