Amina Narimi - Da "Nel bosco senza radici".
C'era riparo
Tra molliche di pane
tutto il silenzio.
C'è un grido profondo
che perfora i nostri cuori
e si conficca in petto
scuotendo il corpo cavandoci gli occhi
e prima che si spezzi, in un singhiozzo,
il tronco che amo
in minuti frammenti
nelle ossa compone gli oscuri
mosaici della morte. L'altra notte
ho sognato per haiku
così sottili per la paura del sangue
senza casa imploravo sulle pietre:
- segui il fiume
le vene lungo il greto
saranno i rami -
e piangevo
sapendo di pregare
ero uno di loro
uno di quei segni che cantava
nelle mie mani: - A perdifiato
bevendo con i morti
sbocciano i passi -
come ghiande nella tua gola
viola cadono i sogni - Dentro di me
ho nascosto i fiori dell'inferno,
per custodire i nomi nel giardino
un piccolo perimetro per così tanti piedi,
e occhi saccheggiati, da ombra a ombra,
tra tante lingue sola
la tramontana si spiega
in un meraviglioso fiore
e svetta le cime
addormentate con la testa reclinata
io ti prego
insanguinato e vivo
e un angelo sorride mangiando uva luminosa
in grappoli irrora di luce una rosa
il tuo volto
nel bianco argenteo degli ulivi
e pietre luminose
gli occhi riflettono come specchi
ho sognato per haiku, e per amore
nella grande volta delle palpebre,
la notte che noi siamo
cuore di scure muore e sorgendo
ci riveste di foglie la bocca scintilla
fino alle stelle un arco
un attimo in cui baleno
tra molliche di pane
trova riparo
tutto il silenzio.
Amina Narimi
(da Nel bosco senza radici, Terra d'ulivi 2015)
Amina Narimi - Da "Nel bosco senza radici".
Reviewed by Ilaria Cino
on
marzo 27, 2018
Rating:
È un onore essere ospiti delle tue stanze...grazie con profonda emozione
RispondiEliminaOttima poesia. Potreste pubblicarne altre di Amina. Un caro saluto a tutte.
RispondiElimina