Marcello Di Gianni - Ottobre
Ottobre
Ottobre.
Pioggia silente al lume quasi
spento in camera; perplesso lustro i contorni d’una foglia come moneta recuperata tra le macerie del buio.
Inganna
il tempo il canuto cocchiere
spargendo nella polvere della breccia un pugno di falsa felicità; demoni fantasticano nella mente confusa.
Pace,
gloria, turbamenti accecati:
anche di loro tutto tace, sempre care passando senza lascito né traccia degna d’un pio respiro.
Rumore
del prosieguo. Presto giungerà
agli occhi la povera destinazione, e custodendo nella parola il segreto il vizio della pioggia pervade l’animo.
In seno al petto il groviglio
dell’esistenza.
Susseguirsi di mille stormi d’augelli tessono il nido di passeggere patrie negli angusti spazi del vissuto cuore.
Così,
frammezzo alle penurie del vento
canto l’amore che brucia dall’interno; canto il disordine di stanchi sorrisi, della felicità che altrove dimora.
Ottobre. Al groviglio dell’esistenza
l’anima dolente chiede tregua; e tra gli scogli di un mare lontano immagino il fato entro un cerchio. |
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Marcello Di Gianni - Ottobre
Reviewed by Ilaria Cino
on
giugno 30, 2017
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